L’intervento è eseguito di norma in anestesia locale, in regime ambulatoriale o di day hospital. Espletati gli accertamenti pre-operatori, le accortezze maggiori sono di evitare di eseguire l’intervento durante il ciclo mestruale (nelle donne in età fertile) e di sospendere farmaci a base di acido acetilsalicilico (aspirina e simili) per i 10 giorni che precedono l’intervento, a meno che non esistano precise indicazioni al loro uso. L’incisione è dietro al padiglione auricolare, per lungo, e la cartilagine è trattata per via posteriore con lo scopo di “rompere la molla”, ovverosia di indebolirla miratamene, per permetterne la flessione e ricostruire le curve anatomiche ed impedire le recidive in tutto o in parte. Al termine dell’intervento è eseguito un bendaggio a tipo “fascia per capelli” sino al giorno seguente. Dopo di ciò, non si appone alcuna medicazione. I punti (uno per parte) sono sottopelle e vengono rimossi dopo circa due settimane. Intanto il paziente può tranquillamente fare la doccia e lavarsi i capelli, con l’ovvia attenzione nell’asciugarsi e nel pettinarsi. Il padiglione auricolare si sgonfia “lungo la legge del filo a piombo”, prima in alto e poi via via verso il lobo auricolare. Questo è un periodo a volte di intense preoccupazioni dei pazienti e dei loro familiari, perché l’orecchio sembra essere torto tipo “cornetta del telefono”, ma è solo un fatto ottico, dovuto allo spessore (più fino in alto perché sgonfio, e più grosso in basso perché ancora edematoso). La guarigione chirurgica si ha dopo 3-4 mesi
|